REVIEWS

Les Pecheurs de Perles, Trieste March 2017

 

La migliore in assoluto risulta Mihaela Marcu, debuttante nel ruolo di Leila. Non è la prima volta che il soprano rumeno si dimostra artista di classe superiore, ma questo non è dovuto a mancanze dei colleghi, bensì a una caratura tecnica e interpretativa che fanno della Marcu uno dei soprani più completi del panorama attuale. 
Andrea R. G. Pedrotti – Marzo 13, 2017 – L’Ape Musicale

 

La voce arricchita di una certa rotondità nei centri senza che gli acuti perdano smalto, le agilità sono sempre fluide e il fraseggio incisivo ed eloquente le ha consentito un’emozionante interpretazione.
Paolo Bullo – Marzo 11, 2017 – Opera Click

RIGOLETTO – Verona Teatro Filarmonico – March 15, 2016

 

Al Teatro Filarmonico di Verona, Rigoletto l’opera di Verdi che denunciava il libertinaggio francese. Bell’interpretazione e canto di Mihaela Marcu e  Alessandro Scotto Di Luzio.  Eccellente il Coro dell’Arena, canto invidiabile, puntuale e di perfetta armonia scenica.

Michel Luongo – March 15, 2016 – ViaCialdini

LA TRAVIATA – Cremona 2016

 

Mihaela Marcu, con una figura che ricorda Isabelle Huppert nel film di Bolognini, ne incarna la delicatezza, la dolce semplicità E dolcissima; non per nulla i suoi punti di forza sono proprio le morbide mezzevoci, le frasi legate, il doloroso, intimo ripiegamento in un soffuso “amami quant’io t’amo, quant’io t’amo…”. Uno dei momenti più emozionanti della serata risulta, così “Dite alla giovine”, in cui il pathos del raffinato cantabile del soprano.

 

Roberta Pedrotti – 10/12/2016 – L’Ape Musicale

Rigoletto à l’Opéra de Nice – May 2017

Mais la voix, qui a enthousiasmé au maximum et a provoqué le plus de « hourrahs » du public, est celle de Mihaela Marcu. Cette jeune soprano vocalise avec une solidité n’offrant aucune fêlure à son emploi de jouvencelle au gosier ailé. La souplesse du phrasé, la tessiture ample, le timbre pur et aérien ont ravi le public de l’Opéra de Nice.

Rigoletto à l’Opéra de Nice – Art Côte d’Azur by Caroline Boudet-Lefort

Dans le rôle de sa fille chérie promise à la mort, on découvre une soprano toute en finesse, Mihaela Marcu, fluide colorature au timbre doré.

Friday May 12, 2017 – by Andre Peyregne.

CONCERT AT BROAD STAGE, Los Angeles with Vittorio Grigolo

 

Her pianissimos were strong, soft, beautifully crafted and projected easily to the rear of the theater while her legatos were thin, high and pure.
By Humberto Capiro – July 28, 2016 – Living Out Loud

LA TRAVIATA – Brescia 2016

La protagonista Mihaela Marcu ha timbro prezioso, affascinante presenza scenica e si fa sempre più intensa con il progredire dell’opera, sino a un commovente ultimo atto.

Fabio Larovere – December 17, 2016 – Brescia Cronaca

Nella sua interpretazione abbiamo ritrovato l’emozione che permea le pagine di Dumas. Abile attrice, rende, ancor prima di emettere fiato, la dicotomia dell’animo di Violetta, che non abbandonerà mai. La Marcu è perfetta negli atteggiamenti, capace di rendere l’eleganza e l’impertinenza dei sourires demi-moqueurs (sorrisi quasi di scherno), tipici dell’atteggiamento della Plessis, impreziosendo il fraseggio con l’espressione del demi-monde parigino che fu. Nel corso dell’aria “Ah fors’è lui che l’anima” manifesta i tumulti del cuore di Violetta, chiudendo la cabaletta con un preciso Mib, secondo tradizione. Il capolavoro interpretativo della Marcu, tuttavia, è nel secondo e nel terzo atto. È spensierata nella vita di campagna, ma in lei si cela la consapevolezza di una fine che aveva fatto di tutto per di allontanare. Nella scena a casa di Flora impersona al meglio l’eleganza della figura della cortigiana parigina, ormai irrigidita, quasi la morte fosse già innanzi a lei. È commovente la sua interpretazione (riversa in una posizione alquanto disagevole) di “Alfredo, Alfredo, di questo core”, durante il quale palesa la policromia di un canto sfumato e dall’eccellente emissione, arricchita dalla pastosità del timbro. Il terzo atto è, tuttavia, per lei il migliore: straordinaria nell’eseguire un “Addio del passato” integrale, con scelte di fraseggio commuoventi, come far morire la nota delicatamente su “accoglila, oh Dio”, per poi sfumare con dolcezza e passione su “or tutto finì”. Meravigliosi anche l’impeto e l’irruenza (sempre ordinata e mai scoposta) del suo intenso “Gran Dio! Morir si giovine” e indimenticabile il suo saper porgere la frase (cantata, finalmente) nell’esalare l’ultimo respiro, con fine musicalità.

 

 

By Andrea R. G. Pedrotti – L’Ape Musicale